L’attuale parrocchia di San Pancrazio è nata dalla fusione di due antiche comunità un tempo distinte e indipendenti: Ancignano (Incignano) e Soella (Sovella). Ben poco dell’esterno lascia presagire le vicende secolari della chiesa. Una chiara e indiscutibile testimonianza delle modifiche avvenute ci è data dalla lapide posta tuttora sulla facciata, la quale ci informa che nel 1706 la struttura fu ampliata, grazie alla cura del parroco don Pace Miotti, proprio in quel momento storico in cui la chiesetta di San Marco di Soella veniva unita alla parrocchiale di Ancignano. Lavori, quindi, necessari in vista di un afflusso maggiore di fedeli, da dover ospitare in un luogo idoneo, accogliente e moderno. 

L’esterno

Lo spazio che divide la chiesa dagli edifici parrocchiali circostanti era un tempo occupato, come di consuetudine, dalle sepolture le quali furono successivamente trasportate nel cimitero costruito vicino alla strada che conduce a Scaldaferro. Il complesso parrocchiale appare disposto lungo via Chiesa nel tratto iniziale compreso tra la curva a gomito che la vecchia strada Marosticana formava alla fine del lungo rettilineo proveniente da Sandrigo e la curva dell’antica Strada delle Guarniere, ombreggiato da un filare di tigli e solcato da una roggia. La semplicità dell’esterno della chiesa di Ancignano non deve trarre in inganno: come in molti altri casi un’umile veste nasconde inimmaginabili sorprese all’interno. Ci fermiamo innanzitutto ad osservare la facciata: l’orientamento della navata verso Levante preavvisa la vetustà del sacro edificio, la pianta è rettangolare, la copertura a capanna, il frontone triangolare presenta delle cornici aggettanti ed è segnato alle estremità da tre piccole guglie sormontate da una croce metallica. In una nicchia rettangolare, leggermente centinata sulla sommità, compare ad affresco il santo patrono: il giovane san Pancrazio con elmo e armatura militare, un vessillo e la palma del martirio in mano, dipinto settecentesco con ritocchi d’epoche successive.La semplice porta d’ingresso principale è ornata da una cornice in pietra con un timpano spezzato che si conclude in volute di foglie d’acanto. L’ornamento della facciata procede con la decorazione sui toni del rosa e dell’ocra rossa: un alto zoccolo alla base, in finto marmo, sorregge grandi colonne con capitelli corinzi sulle quali è dipinto un frontone con una stella a sei punte.

L’interno

Attraversato il semplice ingresso ci accoglie un ambiente raccolto, intimo, armonioso nelle forme tardo barocche, dove le linee delle cornici marmoree dei due altari laterali continuano e si fondono visivamente a quelle dell’altare maggiore posto infondo il presbiterio dove è conservata la tela del noto pittore Antonio De Pieri, dettolo Zoppo, “San Pancrazio, San Marco e la Vergine sorretta dagli angeli”, datata 1713. Alzando lo sguardo al soffitto della navata veniamo introdotti alla vita dei santi patroni con gli affreschi di Scuola veneta del XVIII secolo, “Martirio di San Marco”, “Pancrazio costretto a sacrificare agli déi”, ed “Estasi di San Pancrazio”. Marmi e decorazioni completano l’armoniosa veste di questa piccola chiesa.